DIFFERENZE TRA MECCANICA CLASSICA E MECCANICA QUANTISTICA.
Banalmente la prima si basa su formalismi e concetti che presuppongono misure โcontinueโ, cioรจ piccole a piacere, la seconda invece, come dice lo stesso nome, su misure โdiscreteโ, asserisce, cioรจ, che ci sono misurazioni al disotto delle quali non si puรฒ scendere, ma ATTENZIONE, non per lโincapacitร di poterle misurare, ma per loro โnatura intrinsecaโ.
La โRelativitร Ristrettaโ di Einstein si basa sullโassunzione che ci sia una costante valida per ogni osservatore, cioรจ la โVelocitร della luceโ, indicata normalmente con la lettera c il cui valore, nel vuoto, รจ circa 3 ยท 10 8 m/s
La meccanica quantistica si basa, anchโessa, sullโasserzione che ci sia una costante, la cosiddetta โCostante di Plankโ, indicata con la lettera h il cui valore รจ circa 6,626 ยท 10 -34 J ยท s (Joule per secondo).
Ora vediamo di capire cosโรจ e quali implicazioni comporta.
CONSIDERAZIONI SUL MODO DI OPERARE
Prima di entrare nel merito, vorrei anticipare due modalitร operative nello studio della Fisica che vengono utilizzati nei formalismi matematici, praticamente sempre; questo perchรฉ risulta piรน comodo o utile.
La prima modalitร sfrutta le โProprietร fondamentali delle uguaglianze numericheโ
1) Sommando o sottraendo uno stesso valore ad entrambi i membri dellโuguaglianza il valore dellโuguaglianza non cambia.
2) Moltiplicando o dividendo entrambi i membri di unโuguaglianza per uno stesso valore diverso da 0 il valore dellโuguaglianza non cambia
Questo concetto si puรฒ estendere dai valori numerici anche alle dimensioni delle grandezze.
Ricordiamo cosa significa โdimensioneโ di una grandezza; indica le unitร di misura delle grandezze fondamentali che la costituiscono.
Per es.: la dimensione della velocitร รจ una lunghezza diviso un tempo [V]=[L]/[T]
la dimensione dellโaccelerazione รจ una lunghezza diviso un tempo al quadrato [A]=[L]/[T]2
la dimensione dellโEnergia รจ una massa per la velocitร al quadrato [m]ยท[V2] cioรจ [m]ยท[L]2/[T]2
La seconda, partendo da una formula, utilizzare unitร di misura differenti per una variabile, oltre che per comoditร anche per essere piรน coerenti con quello che si osserva.
Questo modo di operare, che utilizzeremo inseguito, mi lasciรฒ alquanto perplesso quando frequentavo i primi anni dellโUniversitร di Fisica a Genova, facendomi nascere delle perplessitร e dubbi, non esplicitamente definiti, ma istintivi e, forse per questo motivo, tenute in disparte, procedendo con la frase โmi fidoโ (ma rimane un punto da chiarire).
FONDAMENTI DI CINEMATICA
Cominciamo dai concetti base di movimento di un corpo; i parametri con cui lo possiamo esprimere sono la sua โMassaโ, โPosizioneโ, โVelocitร โ, โAccelerazioneโ.
A scuola ci viene insegnato un metodo visivo per esporre questi concetti tramite un grafico, detto anche โGrafico orarioโ perchรฉ รจ una funzione del Tempo.
Per descrivere la velocitร (variabile v espressa in metri al secondo) di un corpo si puรฒ disegnare la funzione dello spazio (variabile x espressa in metri) che percorre al variare del tempo (variabile t espressa in secondi).
Per esempio un corpo fermo a 7 m. dallo 0 si puรฒ esprimere tramite questa funzione:

Cioรจ, in qualsiasi momento si trova sempre a 7 m dallo 0, sia allโinizio, dopo un secondo, dopo 2 e cosรฌ via
In questo caso del corpo fermo, cioรจ velocitร = 0, si vede che la pendenza รจ zero.
Analogamente un corpo che si muove a velocitร costante lo possiamo rappresentare tramite una semiretta che ha una pendenza costante che indica il valore della velocitร stessa.

1 m dallo 0 quando iniziamo la misura,
4 m dopo 1 secondo, 7 m dopo 2 secondi, โฆ cioรจ un incremento costante dello spazio nel tempo di 3 metri ogni secondo. Possiamo dire che si muove alla velocitร di 3 metri al secondo.
Nessuno perรฒ ci vieta, anzi, nel linguaggio comune รจ piรน usato, rappresentare la velocitร in funzione dello spazio, quindi non piรน un grafico โorarioโ.
Rappresentiamo il nuovo grafico della velocitร costante; in ogni punto ha sempre lo stesso valore:

Possiamo dare anche un verso alla velocitร , ponendo la convenzione che sia:
positiva da sinistra a destra ( +6 ) si allontana negativa da destra a sinistra ( -6 ) si avvicina
MOTI PERIODICI
Quello che abbiamo visto ci รจ servito per capire gli strumenti che verranno utilizzati.
Ma il moto rettilineo uniforme non รจ un moto realistico, in natura si trovano movimenti circoscritti in uno spazio limitato: un pianeta attorno al Sole, una molecola in un contenitore, un elettrone attorno al protone nellโatomo di Idrogeno e cosรฌ via.
Questi sono movimenti VINCOLATI, essendo limitati nello spazio, e quindi gli si puรฒ associare una ripetitivitร nel tempo, cioรจ si dicono PERIODICI; il tempo di rotazione della Terra, quanto ci mette la molecola a sbattere tra una parete e lโaltra, il tempo di rotazione del Neutrone, โฆ
Vediamo allora lโesempio di una pallina che rimbalza in modo perfettamente elastico tra due pareti, riproducibile sperimentalmente con una molecola in un contenitore.
Consideriamo la velocitร in funzione dello spazio del moto della molecola in un contenitore; prendendo come origine degli assi il centro del contenitore; avremo la parete sinistra alla lunghezza -L dal centro, la parete destra a +L, la velocitร della molecola positiva +V, quando si muove dalla parete di sinistra a quella di destra, e negativa -V quando torna indietro; al momento iniziale la molecola si trova al centro del contenitore, quindi x = 0 e si muove da sinistra a destra quindi, per nostra convenzione, con velocitร +v, raggiunge la parete destra x = +L (Fase 1), rimbalza in modo elastico, quindi la velocitร si inverte (ipotizziamo in un tempo infinitesimo, o perlomeno insignificante per il nostro esempio) diventando negativa -v, la molecola allora raggiunge la parete di sinistra x = -L (Fase 2), si invertono le condizioni e si ritorna allo stato iniziale al punto x = 0 (Fase 3) completando il ciclo per continuare in modo identico, ripetendosi nel tempo.
Ecco il primo esempio anticipato nel paragrafo โConsiderazioni sul modo di operareโ dove abbiamo detto che a volte conviene cambiare le dimensioni di una variabile, perciรฒ, anzichรฉ utilizzare la velocitร come variabile, possiamo moltiplicarla per la massa della molecola. Questa nuova unitร di misura (velocitร ยท massa) non รจ altro che la quantitร di moto rappresentata dal simbolo P.
Questa unitร di misura, per ragioni storiche, รจ molto utilizzata in โMeccanica Razionaleโ ed aggiunge una grandezza che consente di generalizzare la formula, da un punto geometrico ad un corpo di massa generica.
Quindi il grafico della quantitร di moto in funzione dello spazio, formalmente P(x), sarร :

Con questo grafico abbiamo disegnato la traiettoria di un punto libero nello โSpazio delle Fasiโ, argomento del terzo anno di Fisica teorica!
Il moto periodico in uno spazio unidimensionale, come nellโesempio, รจ descritto quindi, nello Spazio delle Fasi, da una traiettoria chiusa.
Se dovessimo rappresentarlo nello spazio tridimensionale occorrerebbe un grafico a 6 dimensioni, 3 per specificare la x e 3 per la P, ovviamente molto piรน complesso nel formalismo, ma concettualmente perfettamente uguale.
Ora noi possiamo definire una nuova unitร di misura che chiameremo AZIONE, il cui simbolo รจ J, e che rappresentata dallโarea definita dalla traiettoria in quella figura. Lโarea del rettangolo รจ base per altezza, dove, in questo caso, la base รจ data da 2L, lโaltezza da 2P. Quindi lโarea sarร : J = 2P ยท 2L quindi: J = 4PL
La dimensione dellโAZIONE รจ data da una quantitร di moto per una lunghezza, o anche una velocitร per una massa per una lunghezza, VยทmยทL, scomponendo la velocitร in spazio/tempo si ha: L/TยทmยทL ottenendo infine: mยทL2/T e puรฒ essere espressa in Kilogrammi per metri al quadrato diviso secondi: Kgยทm2/s
Per semplificare, come avevamo giร anticipato, se moltiplichiamo numeratore e denominatore per il tempo T, avremo: Tยทmยท L2/T2, siccome L2/T2 รจ una velocitร al quadrato allora TยทmยทV2, ma abbiamo visto che mยทV2 rappresenta unโenergia quindi lโAzione si puรฒ esprimere come unโEnergia per il tempo esprimibile in Joule per secondo: J = EยทT La costante di Plank h รจ proprio unโ AZIONE
Il โPrincipio di indeterminazione di Heisenbergโ si basa sullโasserzione che unโAzione non possa essere piรน piccola del valore di h. Ne deriva che se prendiamo la superficie piรน piccola possibile, quindi con area h e stringiamo la base (x) in un intervallo ฮx lโaltezza (P) crescerร proporzionalmente ed analogamente se stringiamo lโaltezza (P) in un intervallo ฮP la base (x) crescerร anchโessa proporzionalmente. Quindi piรน definisco la posizione del corpo, piรน ampia รจ lโincertezza del valore della sua quantitร di moto o, che รจ concettualmente lo stesso, della sua velocitร e viceversa.
La formula quindi diventa: ฮx ยท ฮP โฅ h
