Categoria: Scienze

Nozioni scientifiche relative alla Fisica, matematica, cosmologia e tutto quello che riguarda la tecnologia

  • Principio di indeterminazione

    Principio di indeterminazione

    DIFFERENZE TRA MECCANICA CLASSICA E MECCANICA QUANTISTICA.

    Banalmente la prima si basa su formalismi e concetti che presuppongono misure โ€˜continueโ€™, cioรจ piccole a piacere, la seconda invece, come dice lo stesso nome, su misure โ€˜discreteโ€™, asserisce, cioรจ, che ci sono misurazioni al disotto delle quali non si puรฒ scendere, ma ATTENZIONE, non per lโ€™incapacitร  di poterle misurare, ma per loro โ€˜natura intrinsecaโ€™.

    La โ€˜Relativitร  Ristrettaโ€™ di Einstein si basa sullโ€™assunzione che ci sia una costante valida per ogni osservatore, cioรจ la โ€˜Velocitร  della luceโ€™, indicata normalmente con la lettera c  il cui valore, nel vuoto, รจ circa 3 ยท 10 8 m/s

    La meccanica quantistica si basa, anchโ€™essa, sullโ€™asserzione che ci sia una costante, la cosiddetta โ€˜Costante di Plankโ€™, indicata con la lettera h il cui valore รจ circa  6,626 ยท 10 -34 J ยท s   (Joule per secondo).
    Ora vediamo di capire cosโ€™รจ e quali implicazioni comporta.

    CONSIDERAZIONI SUL MODO DI OPERARE

    Prima di entrare nel merito, vorrei anticipare due modalitร  operative nello studio della Fisica che vengono utilizzati nei formalismi matematici, praticamente sempre; questo perchรฉ risulta piรน comodo o utile.

    La prima modalitร  sfrutta le โ€˜Proprietร  fondamentali delle uguaglianze numericheโ€™

    1)   Sommando o sottraendo uno stesso valore ad entrambi i membri dellโ€™uguaglianza il valore dellโ€™uguaglianza non cambia.

    2)   Moltiplicando o dividendo entrambi i membri di unโ€™uguaglianza per uno stesso valore diverso da 0 il valore dellโ€™uguaglianza non cambia 

    Questo concetto si puรฒ estendere dai valori numerici anche alle dimensioni delle grandezze.

    Ricordiamo cosa significa โ€˜dimensioneโ€™ di una grandezza; indica le unitร  di misura delle grandezze fondamentali che la costituiscono.

    Per es.:     la dimensione della velocitร  รจ una lunghezza diviso un tempo [V]=[L]/[T]
    la dimensione dellโ€™accelerazione รจ una lunghezza diviso un tempo al quadrato [A]=[L]/[T]2
    la dimensione dellโ€™Energia รจ una massa per la velocitร  al quadrato [m]ยท[V2] cioรจ  [m]ยท[L]2/[T]2

    La seconda, partendo da una formula, utilizzare unitร  di misura differenti per una variabile, oltre che per comoditร  anche per essere piรน coerenti con quello che si osserva.
    Questo modo di operare, che utilizzeremo inseguito, mi lasciรฒ alquanto perplesso quando frequentavo i primi anni dellโ€™Universitร  di Fisica a Genova, facendomi nascere delle perplessitร  e dubbi, non esplicitamente definiti, ma istintivi e, forse per questo motivo, tenute in disparte, procedendo con la frase โ€˜mi fidoโ€™ (ma rimane un punto da chiarire).

    FONDAMENTI DI CINEMATICA

    Cominciamo dai concetti base di movimento di un corpo; i parametri con cui lo possiamo esprimere sono la sua โ€˜Massaโ€™, โ€˜Posizioneโ€™, โ€˜Velocitร โ€™, โ€˜Accelerazioneโ€™.
    A scuola ci viene insegnato un metodo visivo per esporre questi concetti tramite un grafico, detto anche โ€˜Grafico orarioโ€™ perchรฉ รจ una funzione del Tempo.

    Per descrivere la velocitร  (variabile v espressa in metri al secondo) di un corpo si puรฒ disegnare la funzione dello spazio (variabile x espressa in metri) che percorre al variare del tempo (variabile t espressa in secondi).

    Per esempio un corpo fermo a 7 m. dallo 0 si puรฒ esprimere tramite questa funzione:

    Cioรจ, in qualsiasi momento si trova sempre a 7 m dallo 0, sia allโ€™inizio, dopo un secondo, dopo 2 e cosรฌ via

    In questo caso del corpo fermo, cioรจ velocitร  = 0, si vede che la pendenza รจ zero.

    Analogamente un corpo che si muove a velocitร  costante lo possiamo rappresentare tramite una semiretta che ha una pendenza costante che indica il valore della velocitร  stessa.

    1 m dallo 0 quando iniziamo la misura, 
    4 m dopo 1 secondo, 7 m dopo 2 secondi, โ€ฆ cioรจ un incremento costante dello spazio nel tempo di 3 metri ogni secondo. Possiamo dire che si muove alla velocitร  di 3 metri al secondo.


    Nessuno perรฒ ci vieta, anzi, nel linguaggio comune รจ piรน usato, rappresentare la velocitร  in funzione dello spazio, quindi non piรน un grafico โ€˜orarioโ€™.

    Rappresentiamo il nuovo grafico della velocitร  costante; in ogni punto ha sempre lo stesso valore:

    Possiamo dare anche un verso alla velocitร , ponendo la convenzione che sia:
    positiva da sinistra a destra ( +6 )  si allontana negativa da destra a sinistra ( -6 ) si avvicina

    MOTI PERIODICI

    Quello che abbiamo visto ci รจ servito per capire gli strumenti che verranno utilizzati.
    Ma il moto rettilineo uniforme non รจ un moto realistico, in natura si trovano movimenti circoscritti in uno spazio limitato: un pianeta attorno al Sole, una molecola in un contenitore, un elettrone attorno al protone nellโ€™atomo di Idrogeno e cosรฌ via.

    Questi sono movimenti VINCOLATI, essendo limitati nello spazio, e quindi gli si puรฒ associare una ripetitivitร  nel tempo, cioรจ si dicono PERIODICI; il tempo di rotazione della Terra, quanto ci mette la molecola a sbattere tra una parete e lโ€™altra, il tempo di rotazione del Neutrone, โ€ฆ

    Vediamo allora lโ€™esempio di una pallina che rimbalza in modo perfettamente elastico tra due pareti, riproducibile sperimentalmente con una molecola in un contenitore.
    Consideriamo la velocitร  in funzione dello spazio del moto della molecola in un contenitore; prendendo come origine degli assi il centro del contenitore; avremo la parete sinistra alla lunghezza -L dal centro, la parete destra a +L, la velocitร  della molecola positiva +V, quando si muove dalla parete di sinistra a quella di destra, e negativa -V quando torna indietro; al momento iniziale la molecola si trova al centro del contenitore, quindi x = 0 e si muove da sinistra a destra quindi, per nostra convenzione, con velocitร  +v, raggiunge la parete destra x = +L (Fase 1), rimbalza in modo elastico, quindi la velocitร  si inverte (ipotizziamo in un tempo infinitesimo, o perlomeno insignificante per il nostro esempio) diventando negativa -v, la molecola allora raggiunge la parete di sinistra x = -L (Fase 2), si invertono le condizioni e si ritorna allo stato iniziale al punto x = 0 (Fase 3) completando il ciclo per continuare in modo identico, ripetendosi nel tempo.

    Ecco il primo esempio anticipato nel paragrafo โ€™Considerazioni sul modo di operareโ€˜ dove abbiamo detto che a volte conviene cambiare le dimensioni di una variabile, perciรฒ, anzichรฉ utilizzare la velocitร  come variabile, possiamo moltiplicarla per la massa della molecola. Questa nuova unitร  di misura (velocitร  ยท massa) non รจ altro che la quantitร  di moto rappresentata dal simbolo P.

    Questa unitร  di misura, per ragioni storiche, รจ molto utilizzata in โ€˜Meccanica Razionaleโ€™ ed aggiunge una grandezza che consente di generalizzare la formula, da un punto geometrico ad un corpo di massa generica.

    Quindi il grafico della quantitร  di moto in funzione dello spazio, formalmente P(x), sarร :

    Con questo grafico abbiamo disegnato la traiettoria di un punto libero nello โ€˜Spazio delle Fasiโ€™, argomento del terzo anno di Fisica teorica!

    Il moto periodico in uno spazio unidimensionale, come nellโ€™esempio, รจ descritto quindi, nello Spazio delle Fasi, da una traiettoria chiusa.

    Se dovessimo rappresentarlo nello spazio tridimensionale occorrerebbe un grafico a 6 dimensioni, 3 per specificare la x e 3 per la P, ovviamente molto piรน complesso nel formalismo, ma concettualmente perfettamente uguale.

    Ora noi possiamo definire una nuova unitร  di misura che chiameremo AZIONE, il cui simbolo รจ J, e che rappresentata dallโ€™area definita dalla traiettoria in quella figura. Lโ€™area del rettangolo รจ base per altezza, dove, in questo caso, la base รจ data da 2L, lโ€™altezza da 2P. Quindi lโ€™area sarร : J = 2P ยท 2L quindi: J = 4PL

    La dimensione dellโ€™AZIONE รจ data da una quantitร  di moto per una lunghezza, o anche una velocitร  per una massa per una lunghezza, VยทmยทL, scomponendo la velocitร  in spazio/tempo si ha: L/TยทmยทL  ottenendo infine: mยทL2/T e puรฒ essere espressa in Kilogrammi per metri al quadrato diviso secondi: Kgยทm2/s

    Per semplificare, come avevamo giร  anticipato, se moltiplichiamo numeratore e denominatore per il tempo T, avremo:  Tยทmยท L2/T2, siccome  L2/T2  รจ una velocitร  al quadrato allora TยทmยทV2, ma abbiamo visto che mยทV2 rappresenta unโ€™energia quindi lโ€™Azione si puรฒ esprimere come unโ€™Energia per il tempo esprimibile in Joule per secondo:    J = EยทT                      La costante di Plank h รจ proprio unโ€™ AZIONE

    Il โ€˜Principio di indeterminazione di Heisenbergโ€™ si basa sullโ€™asserzione che unโ€™Azione non possa essere piรน piccola del valore di h.  Ne deriva che se prendiamo la superficie piรน piccola possibile, quindi con area h e stringiamo la base (x) in un intervallo ฮ”x lโ€™altezza (P) crescerร  proporzionalmente ed analogamente se stringiamo lโ€™altezza (P) in un intervallo ฮ”P la base (x) crescerร  anchโ€™essa proporzionalmente. Quindi piรน definisco la posizione del corpo, piรน ampia รจ lโ€™incertezza del valore della sua quantitร  di moto o, che รจ concettualmente lo stesso, della sua velocitร  e viceversa.

    La formula quindi diventa:   ฮ”x ยท ฮ”P โ‰ฅ  h


  • Modello ‘Standard’

    Modello ‘Standard’

    Il modello Standard della fisica quantistica รจ una descrizione semplice ed elegante della Natura; รจ la teoria che descrive le particelle fondamentali e le forze attraverso le quali esse interagiscono; costituisce l’anello di congiunzione tra la fisica delle particelle fondamentali e l’astronomia. Per teoria si intende un formalismo che rende prevedibile, dato un valore iniziale, la misura di un qualcosa, tramite calcoli matematici che stanno alla base della teoria stessa.


    Gli elementi base del modello Standard sono i โ€˜Campiโ€™, infatti รจ detta โ€˜Teoria quantistica dei Campiโ€™, e questi sono:

    Campo Elettrico          responsabile p.es. dei fulmini quando si crea un Campo elettrico tra le nuvole e la Terra

    Campo Magnetico    che determina lโ€™interazione tra calamite

    Campo di Higgs           nuova entitร  che vedremo in seguito.

    In essa sono descritte 3 delle 4 Forze fondamentali: Elettromagnetica, Nucleare Debole, Nucleare Forte.

    La quarta forza che non viene considerata รจ la forza Gravitazionale.

    Le particelle elementari fondamentali che costituiscono la materia che conosciamo e le interazioni tra essa si possono identificare in: Fermioni, Bosoni e Bosone di Higgs.

    FERMIONI      particelle di materia, suddivise in Quarks e Leptoni; alcune sono stabili ed altre instabili

    BOSONI        mediatori delle forze, cioรจ che generano e gestiscono le interazioni tra i Fermioni

    Bosone HIGGS  detta anche โ€˜particella di Dioโ€™, prende nome dal fisico scozzese Higgs che ne teorizzรฒ lโ€™esistenza. Grazie a questa, le particelle, originariamente tutte con massa nulla, acquisterebbero ognuna la propria massa 

    Vediamo in dettaglio le caratteristiche di ciascuna di esse.

    I Fermioni sono particelle di materia con una loro massa.

    La materia, per quanto varia e complessa, รจ formata da solo 4 Fermioni (presenti nella prima colonna in rosso della loro tabella): Quark Up, Quark Down, Elettroni e Neutrini elettronici, che sono le uniche ad essere stabili, cioรจ posso perdurare infinitamente; gli altri Fermioni sono particelle instabili, che durano molto poco, infatti decadono in una delle 4 particelle stabili, per esempio il Quark Top decade in un Up o in un Down, un Muone decade in un Elettrone o nel suo corrispondente Neutrino.

    Come una composizione musicale che si basa su poche note, anche per queste particelle elementari, grazie alle loro molteplici combinazioni, danno origine al nostro universo in tutte le sue forme conosciute.

    I Bosoni non sono particelle di materia; amano i comportamenti collettivi anzichรฉ individuali, intervengono nelle interazioni tra i Fermioni mediando le forze che si generano, come se fungessero da portatori dellโ€™informazione che ci deve essere unโ€™interazione (Forza) tra uno o piรน Fermioni (particelle).
    Un paragone, non corretto, ma che rende lโ€™idea, รจ come nelle partite di calcio, ci sono 22 giocatori, e tutti si muovono ed interagiscono grazie alla presenza del โ€˜Palloneโ€™; รจ lui che media e determina le forze di attrazione o repulsione tra i giocatori.
    Vediamo qual รจ il loro campo di azione:

    Ponendo vicini un Protone ed un Elettrone, ci sarร  un interscambio continuo di Fotoni tra loro, questo scambio farร  sรฌ che le due particelle capiscano che si devono attrarre, cioรจ si genera una forza di attrazione Elettrica. Analogamente, se ci fossero 2 Protoni (o 2 Elettroni), questi si respingerebbero avendo riconosciuto, sempre tramite lo scambio di Fotoni, che sono prossimi ad una particella con la stessa carica.

    Nellโ€™atomo, al suo interno cโ€™รจ il nucleo che รจ principalmente costituito di Protoni, ma allora, se abbiamo appena detto che tramite lo scambio continuo di Fotoni si dovrebbero respingere, come fanno a rimanere stabili nel nucleo? Perchรฉ intervengono i Gluoni, che, come fanno i Fotoni, informano i Protoni che si devono attrarre, cioรจ si genera una forza nucleare Forte, molto maggiore della forza Elettromagnetica, e questo li mantiene uniti.

    Infine, ma non ultimo se non in ordine di scoperta, cโ€™รจ il Bosone di Higgs, detto anche โ€˜particella di Dioโ€™; prende nome dal fisico scozzese Peter Higgs che ne teorizzรฒ lโ€™esistenza nel 1964 poi confermata sperimentalmente nel 2012 ed ufficializzata nel 2013 dallโ€™esperimento ATLAS del CERN nel suo laboratorio sotterraneo tra Svizzera e Francia.

    Bosone di Higgs H rende il Vuoto unโ€™entitร  che possiede determinate proprietร  fisiche e con cui le particelle elementari possono interagire, quindi nel formalismo matematico, diventa un nuovo campo, detto appunto โ€˜Campo di Higgsโ€™.
    Il Bosone di Higgs, quindi, รจ come se riempisse il vuoto rendendolo come un fluido e le particelle, di conseguenza, รจ come se subissero un attrito. In base a come una particella che si muove nel Campo di Higgs, interagisce con il Bosone di Higgs, questa assume una sua massa.
    Un paragone che ci puรฒ aiutare รจ quello di immaginare il campo di Higgs come una pista da sci; se sono uno sciatore, scivolerรฒ via senza interagire con la neve, quindi come una particella con massa zero (p.es. Fotoni) e potrรฒ raggiungere la massima velocitร  possibile (quella della luce c โ‰ƒ 3ร— 108 m/s); se fossi dotato di ciaspole, affonderรฒ leggermente nella neve e viaggerรฒ lentamente, come una particella dotata di massa che interagisce con il campo (p.es. Elettroni) , se, infine, indosso solo gli scarponi affonderรฒ di piรน nella neve e viaggerรฒ molto lentamente come una particella con una grande massa (p.es. Quark Top, Bosoni Z e Wยฑ).
    Un altro approccio per questa interpretazione puรฒ essere quello di immaginare le particelle come pesci, di cui vogliamo studiarne le proprietร , come e quanto velocemente si muovono, quanto sono grandi, e cosรฌ via. Certo, per fare questo, dobbiamo capire lโ€™ambiente in cui essi vivono, in altre parole dobbiamo sapere che cosโ€™รจ lโ€™acqua.

     

    Dimensioni espresse in metri (m):

    Raggio dellโ€™Universo osservabile10+26
    Diametro della Via Lattea10+21
    Distanza dal Sole10+11
    Terra10 +6
    Uomo  1
    Goccia di pioggia10 -3
    Batterio10 -6
    Atomo idrogeno10-10
    Nucleo10-14
    Protone10-15
    Elettrone10-18

  • Meccanica quantistica

    Meccanica quantistica

    La meccanica quantistica (in seguito MQ) รจ la teoria della meccanica attualmente piรน completa, in grado di descrivere il comportamento della materia, della radiazione e le reciproche interazioni, dove le precedenti teorie classiche risultano inadeguate; le misure da essa calcolate sono estremamente precise e non sbagliano mai, il problema รจ che non si capisce il perchรฉ, come possa funzionare.
    Capire la MQ non รจ possibile, il suo essere non rientra nella sfera dei nostri concetti naturali e tantomeno nel nostro linguaggio; Ludwig Wittgenstein, filosofo, ingegnere e logico austriaco, considerato da alcuni il massimo pensatore del XX secolo, ha fatto questa interessante osservazione:

    โ€˜Eโ€™ il linguaggio a doversi adattare ai fatti e non lโ€™inverso. Cercare di modellare lโ€™interpretazione di un fenomeno su un linguaggio giร  formato e riempito a priori puรฒ solo condurre a false conclusioni sulla natura delle coseโ€™.

    A voler fare filosofia รจ come aver fede in Dio, si afferma che Dio esiste, vediamo e godiamo del suo creato, ma non capiamo i suoi piani ed il suo modo di operare; lโ€™americano Richard Feynman, Nobel per la fisica nel 1965 per l’elaborazione dell’elettrodinamica quantistica, disse: โ€™Penso di poter affermare che nessuno capisce la MQโ€.

    Eโ€™ importante specificare che la M.Q. risulta valida per qualsiasi corpo, ma assume significato nei fenomeni caratteristici della scala di lunghezza o di energia atomica e subatomica,  comparabili con la โ€˜Costante di Plankโ€™, il cui valore รจ circa  6,626 ยท 10 -34 J ยท s   (Joule per secondo); piรน precisamente la MQ รจ lo strumento che descrive fenomeni di cui misuriamo alcune proprietร , ma che non riusciamo a vedere nei dettagli, non riusciamo neanche ad immaginarli, sono parte intrinseca della natura e il loro limite รจ la costante di Plank.

    Nel mondo macroscopico, quindi, non si riescono a percepire, un poโ€™ come indicato da Einstein con la โ€˜Relativitร  ristrettaโ€™, dove si ha un aumento della massa allโ€™aumentare della sua velocitร , ma questo fenomeno lo possiamo osservare solo allโ€™approssimarsi della velocitร  della luce.

    Proprio questa analogia fu fonte di discussione tra Heisenberg ed Einstein; quando questโ€™ultimo criticava le logiche che avevano portato Heisenberg, neanche ventisettenne, alla formulazione del principio di indeterminazione, questo gli fece notare che anche Einstein aveva adottato una logica analoga, affermando lโ€™esistenza di un limite che la velocitร  non puรฒ superare, in contrapposizione con la consolidata โ€˜composizione delle velocitร โ€™ galileiana.

    Per spiegare la MQ, o meglio per poterne parlare, vediamo quali sono le sue caratteristiche; cechiamo di approfondire tre suoi principi fondamentali:

    1. Principio di Complementarietร 
      Ogni particella ha una doppia natura, un comportamento diverso a seconda della situazione, ondulatoria o corpuscolare, cioรจ puรฒ essere identificata come un corpo materiale o come unโ€™onda.
      Per esempio la luce si definisce unโ€™onda elettromagnetica e si comporta come tale, nei fenomeni  della diffrazione, dellโ€™interferenza e cosรฌ via, mentre nei fenomeni fotoelettrici, si comporta come un corpuscolo. Quindi le particelle sono Onde o Corpuscoli? Neโ€™ lโ€™uno e nรฉ lโ€™altro.
      Come possiamo capire questa anomalia che sembra essere illogica; alla fine del 1700 si conoscevano due classi animali: Mammiferi e Ovipari. Quando si individuรฒ lโ€™Ornitorinco ci fu un poโ€™ di confusione, chi lo definiva Mammifero rifiutava che deponesse le uova, altri lo vollero Oviparo rifiutando che avesse le mammelle e che secernesse il latte. Eppure lโ€™Ornitorinco, se pur โ€˜anomaloโ€™ esisteva, ma la sua anomalia non dipendeva da lui, ma solo dal fatto che lo si voleva incastrare in una delle due possibili Classi animali che si conoscevano allora; occorreva creare la nuova classe degli Ovovivipari.
      Quindi, in conclusione, gli oggetti che considera la MQ trascendono la classificazione tradizionale, ma sono perfettamente spiegabili da un impianto matematico estremamente complesso che, come giร  detto, descrive perfettamente tutti i fenomeni che osserviamo, pur non capendo il suo profondo significato.
    • Principio di Indeterminazione
      Eโ€™ impossibile guardare (misurare) qualcosa e vederlo come รจ realmente, ma solo come รจ nel momento in cui lo si vede (misura). Un esempio banale e ovviamente non corretto, ma che puรฒ rendere una vaga idea del concetto, puรฒ essere la situazione di un uomo in una stanza al buio che cerca il suo gatto; lโ€™uomo si muove allโ€™interno della stanza finchรฉ calpesta la coda del gatto, cioรจ lo trova, ma proprio nello stesso istante il gatto รจ scappato via, quindi la determinazione della posizione del gatto avviene solo nellโ€™istante del ritrovamento (misura), non ha un suo unico valore a priori, ma infinite possibilitร ; non conosco la posizione del gatto ne prima ne dopo che gli ho calpestato la coda!
    • Principio di Sovrapposizione degli stati
      La logica conseguenza del precedente principio รจ che lo โ€˜Stato di unโ€™osservabileโ€™ di un sistema fisico (il gatto nella stanza) risulta essere la somma delle probabilitร  di trovarsi in uno dei suoi possibili โ€˜Statiโ€˜.
      Per la MQ il gatto si trova ovunque nella stanza prima e dopo il suo ritrovamento, con una certa possibilitร  di trovarsi in un determinato punto; questa รจ una proprietร  intrinseca, non perchรฉ non abbiamo i mezzi per poterla misurare, anche se non si riesce a capire!
      Qualcuno potrebbe affermare che comunque, anche se lโ€™uomo non sa dovโ€™รจ il gatto, questโ€™ultimo si trovi in una determinata posizione in un certo istante! Proprio questa affermazione aveva dato origine alla disputa di Einstein con Heisenberg, ed รจ il cosiddetto โ€˜realismo di Einsteinโ€™ a cui piaceva dire:
      โ€˜la Luna รจ lassรน anche quando nessuno la sta osservandoโ€™; ma questo รจ un limite della nostra mente, riferito al nostro mondo macroscopico ed al linguaggio che usiamo.
      Un esempio che puรฒ aiutare a capire la definizione degli โ€˜Statiโ€™ รจ quello di un uomo che lancia una moneta e la fa cadere al suolo, ma la moneta finisce sotto la poltrona. Ora la moneta si puรฒ trovare in tre situazioni (Stati): Testa, Croce o in verticale. Finchรฉ lโ€™uomo non la vede, lo stato della moneta รจ la somma delle probabilitร  che la moneta si in uno dei suoi possibili tre stati.
      Solo quando lโ€™uomo sposta la poltrona e la vede (misura) allora i tre possibili stati โ€˜collassanoโ€™ in uno di essi ed in modo โ€˜INTRINSECAMENTE CASUALEโ€™.
      Sembra quindi che lโ€™azione di osservare la realtร  ne determini una mutazione, da sovrapposizione dei possibili stati ad uno specifico e in modo casuale! Questo รจ sconvolgente, sembra assurdo, non si riesce a capire!

    In conclusione, la MQ non dice come รจ la realtร , ma ci consente, tramite il suo formalismo matematico, di spiegare i vari fenomeni che osserviamo e solo tramite esso รจ possibile dare delle definizioni.
    Una particella non รจ ne corpuscolo ne onda, ma รจ rappresentabile tramite una โ€˜funzione dโ€™ondaโ€™, cioรจ una funzione matematica definita in uno spazio (spazio di Hilbert) di numeri complessi. La formula che associa lo stato di una particella alla sua funzione dโ€™onda รจ data dall’equazione di Schrรถdinger, cioรจ  un’equazione differenziale parziale lineare che descrive l’evoluzione di uno stato quantico in un modo simile alle leggi di Newton (la seconda legge in particolare) nella meccanica classica. 

    Da un punto di vista fisico quindi, possiamo immaginarci la particella come una densitร  di energia che ha una probabilitร  di trovarsi da qualche parte nello spazio e questa probabilitร  รจ estraibile dallโ€™onda associata alla particella.

    Ma se ci poniamo la questione della realtร  fisica che cโ€™รจ dietro non ne sappiamo nulla e forse non ne sapremo mai nulla perchรฉ รจ qualcosa che per sua natura ci sfugge.

    Immaginiamo che un regista voglia rappresentare lโ€™idea di un viaggio; potrebbe riprendere un treno che parte, oppure lโ€™immagine di un passeggero che guarda il paesaggio scorrere dal finestrino, oppure delle valigie alla stazione degli autobus; tutte sono valide e nessuna, assumono una loro valenza a seconda del contesto in cui vengono inserite, ma se noi andiamo alla ricerca di un qualcosa di reale e fisico che  descriva il viaggio in modo preciso ed inequivocabile allora ci dobbiamo rassegnare, stiamo cercando qualcosa che non possiamo trovare, ma non perchรฉ non siamo in grado di capirlo o perchรฉ non esista o per dei limiti della nostra capacitร  di ricerca, ma perchรฉ il concetto di viaggio, per sua natura non puรฒ essere imbrigliato.

    Per chi volesse approfondire la questione matematica a seguire darรฒ un brevissimo accenno sui numeri complessi e sulla lunghezza d’onda.


    Abbiamo detto che la MQ non si puรฒ esprimere con numeri reali, ma solo con numeri complessi (equazione di Schrรถdinger), da qui lโ€™impossibilitร  di raccontarla con il linguaggio naturale.

    I numeri complessi sono formati da numeri reali e da numeri immaginari; questโ€™ultimi hanno lo scopo di poter calcolare la radice quadrata di un numero negativo, la cui specifica parte dalla definizione di unโ€™unitร  immaginaria identificata con la lettera โ€˜iโ€˜ che rappresenta la radice di -1, quindi si ha questa definizione:

      i =  โˆš-1        da cui            i 2 = -1

    quindi per risolvere la radice di -4 possiamo esprimere:

    Piรน precisamente, i numeri complessi sono la somma algebrica di numeri reali ed immaginari, per cui li possiamo definire come una coppia di numeri, il primo che identifica la parte reale ed il secondo la parte immaginaria; il formalismo รจ quello di indicare la coppia separata da una virgola e racchiusa tra parentesi tonde: (R,i).  Per poterli rappresentare geometricamente quindi non รจ sufficiente una retta (come per i numeri reali), ma occorre utilizzare un piano con lโ€™asse orizzontale che rappresenta la retta dei numeri reali e lโ€™asse verticale che rappresenta la retta dei numeri immaginari.
    Per esempio i numeri complessi (-0.8,i/2),  (1, i),  (2,i),  (3,i),  (-2,-i)  e (3,-i)  si rappresentano cosรฌ:

    Cioรจ un numero complesso puรฒ essere rappresentato come un vettore nel piano di Argand-Gauss.

    Loro proprietร : Elemento neutro, opposto, coniugato ed inverso o reciproco

    Nell’insieme dei numeri reali sappiamo che e 1 sono gli elementi neutri rispetto alla somma ed al prodotto e che, se R รจ un numero reale diverso da zero, R  รจ il suo opposto e   1/R = R -1 รจ il suo inverso.

    Anche nell’insieme dei numeri complessi possiamo definire tali quantitร . In particolare:

    (0,0)       รจ l’elemento neutro rispetto alla somma; graficamente coincide con l’origine degli assi del piano complesso;

    (-a,-b)    รจ l’opposto del numero complesso (a,b); graficamente l’opposto di un numero complesso รจ il simmetrico rispetto all’origine degli assi, nellโ€™esempio (2,i)   ed il suo opposto (-2,-i) .

    (1,0)       รจ l’elemento neutro rispetto al prodotto.

    (a,-b)     รจ il coniugato del numero complesso (a,b). In dettaglio, dato il numero complesso z = (a,b) si indica il suo complesso coniugato con


    Da un punto di vista grafico il coniugato di un numero complesso รจ il suo simmetrico rispetto allโ€™asse dei numeri reali, nellโ€™esempio (3,i)   ed il suo coniugato (3,-i).

    Non espongo lโ€™inverso moltiplicativo perchรฉ รจ un poโ€™ complicato e non ci serve allo scopo.

    Nel momento in cui, tramite la MQ, misuriamo la posizione di un oggetto facciamo unโ€™operazione matematica, e precisamente moltiplichiamo il numero complesso misurato per il suo complesso coniugato e lo eleviamo al quadrato ottenendo il vettore che definisce la probabilitร  della posizione del punto rispetto lโ€™origine degli assi, questo fa rientrare la funzione di numeri immaginari in numeri reali, cioรจ facciamo collassare lo stato da uno spazio immaginario in uno reale e quindi riusciamo a misurarlo e a darne una spiegazione umana.